Il Breath-test: cosa, quando e perchè

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Molte persone stanno male dopo aver bevuto latte o mangiato formaggi. Si parla di latte o lattosio? Zucchero o proteine? Astensione o rotazione?
E’ facile far confusione, mescolando situazioni diverse. Vediamo due quadri diversi e come affrontarli.

Quadro 1: Food-sensitivity

Si possono avvertire fastidi con latte e derivati in un quadro per cui si usavano in passato espressioni come “intolleranze alimentari” o “allergie ritardate”. In effetti la terminologia poteva generare confusione.

L’ambito
Oggi si parla in modo più specifico di food-sensitivity e si identifica un ambito che riguarda il sistema immunitario: la reazione alle proteine del latte (ed a volte anche a quelle bovine) è proprio di tipo immunologico.

La risposta infiammatoria può essere più o meno diffusa, ed arrivare a coinvolgere tutto l’organismo, con sindromi sia specificamente gastrointestinali (colite, gonfiore, difficoltà digestive, fenomeni diarroici) sia in altri comparti (emicrania,  acne, artrite).
Lo stato infiammatorio complessivo ed i disturbi correlati, sono quindi legati alle proteine del latte ed alla “reazione” difensiva da parte dell’organismo, specie in presenza di un eccesso di carico. Questo eccesso, accende una risposta di difesa: ne risulta una marcata produzione di citochine infiammatorie come BAFF (B Cell Activating Factor) o PAF (Platelet Activating Factor). foodsensitivity

Strategia alimentare
Riducendo l’assunzione (ad esempio con l’inserimento di giorni completamente puliti), si ha un alleggerimento del carico infiammatorio e quindi una forte modulazione dei sintomi.
Tale quadro è simile alla reattività ad altri gruppi alimentari, ad esempio i cibi lievitati o quelli ricchi di nichel. Anche in questo caso, si applica una decisa riduzione nell’assunzione, e si ristabilisce la corretta tolleranza immunologica.

In sintesi

  • il soggetto sono principalmente le proteine del latte
  • la risposta coinvolge il sistema immunitario
  • la via per uscirne è la riduzione decisa di latte e latticini assunti (di qualsiasi tipo).

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Per approfondire:

→     Libro Food-sensitivity

→     Corso Online Food-Sensitivity

→     Corso frontale Food-sensitivity 5 Novembre 2017

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Quadro 2: Intolleranza al lattosio

I sintomi possono essere simili ai precedenti, in particolare si hanno sindromi gastrointestinali anche pesanti e quasi immediate. Ma il quadro è completamente diverso.

L’ambito
Prima di tutto il “soggetto” in questo caso è il lattosio, lo zucchero del latte. Inoltre si tratta di un’intolleranza biochimica: l’origine è nella carenza di un enzima, la lattasi, preposto alla scissione degli zuccheri del lattosio in zuccheri più semplici (glucosio e galattosio) per renderlo digeribile. NON è quindi una questione immunologica.

Come si identifica?
In presenza di reazioni intestinali all’assunzione di latticini, si può eseguire un semplice test, non invasivo, come il Breath-Test (“test del respiro”, letteralmente).spirometro
E’ un esame prescritto dal medico, quando si sospetti un’intolleranza o ad un malassorbimento di sostanze, ad esempio zuccheri, come lattosio, fruttosio, glucosio.
Data la sua semplicità di esecuzione e la sua elevata affidabilità, è oggi il gold standard per la rilevazione dell’intolleranza al lattosio.
Il Breath-test è un esame che dura circa 3 ore. Prevede l’assunzione di una dose prestabilita di lattosio ed il controllo ad intervalli regolari dei gas espirati dal paziente.

Il lattosio è un disaccaride composto dall’unione dei due monosaccaridi: glucosio e galattosio. L’enzima lattasi, prodotto a livello duodenale, provvede alla scissione di tale legame, permettendo il corretto assorbimento dei due monosaccaridi.
Ma tale enzima, diffusissimo tra i lattanti, nell’età adulta spesso si riduce, fino a scomparire. Si valuta che nella popolazione italiana circa il 30-40% ne sia privo o ne abbia in quantità insufficiente. Di conseguenza il lattosio non viene digerito e prosegue il proprio transito intestinale senza essere assorbito.

A livello del colon, la flora microbica locale lo fermenta: ne consegue una produzione di gas (idrogeno, metano, ed anidride carbonica) che è proprio all’origine dei disturbi tipici di tale scorretto assorbimento: crampi, meteorismo, flatulenza, nausea, fenomeni diarroici.
Parte di questi gas viene riassorbita dalla mucosa del colon, trasportata dal sangue venoso sino agli alveoli polmonari ed eliminata con la respirazione; ecco quindi che analizzando l’aria espirata dal paziente è possibile diagnosticare l’intolleranza al lattosio.
Si ricerca in particolare il picco di idrogeno, la cui presenza è proprio la spia della fermentazione intestinale dello zucchero non assorbito. Anzi, proprio in base all’ampiezza di tale picco, l’intolleranza al lattosio potrà essere classificata in lieve, grave e moderata.

In sintesi:

  • il soggetto è il lattosio
  • il meccanismo è biochimico (carenza enzimatica)
  • il modo per eliminare i disturbi è ridurre sempre l’assunzione di lattosio, utilizzando formaggi stagionati, latticini privi di lattosio (es. latte alta digeribilità) o yogurt (in cui i batteri abbiano già scisso il lattosio).

Il Breath-test è affidabile e presenta ottimo valore diagnostico se la flora intestinale è in buona salute. Al contrario, l’uso di lassativi o antibiotici possono alterarne il funzionamento, e rendere problematica l’esecuzione o l’interpretazione del test.
Un motivo in più per curare al meglio la salute dei nostri ospiti ed amici intestinali. Perchè noi sappiamo che se la pancia sta bene, tutto il meccanismo gira meglio.

Quindi, buona masticazione, buon uso delle fibre, varietà alimentare, via dalla dieta gli zuccheri raffinati. Tutti elementi centrali nella nostra corretta Alimentazione di Segnale.