Cellule sotto stress: diversa risposta tra Uomo e Donna

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Già da tempo sta prendendo un giusto spazio la Medicina di genere, che tende a prendere atto della diversa esposizione alle varie patologie. Tra Uomo e Donna si sono evidenziate differenze non trascurabili nella modalità di esordio, nella sintomatologia, nella tempistica di evoluzione, come pure nella risposta ai farmaci.

All’interno di questa mole crescente di “differenze rilevate” si aggiunge uno studio recentissimo (Settembre 2019), opera di un gruppo di ricercatori del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bologna e del CNR di Roma e pubblicato sulla rivista internazionale Cell Death and Disease (*)

Le loro osservazioni hanno evidenziato una diversa risposta allo stress tra le cellule maschili (XY) e quelle femminili (XX). Lo studio è riuscito ad identificare alcuni componenti molecolari capaci di attivare maggiormente i processi di morte cellulare (apoptosi) nelle cellule maschili o di indurre preferibilmente meccanismi protettivi (autofagia), in quelle femminili, determinando di fatto la differente risposta tra i sessi.

Cosa determina questa differenza?

 “Alla base di queste differenze – sostiene Anna Ruggieri del Centro ISS per la salute genere specifica – potrebbe essere coinvolto un microRNA (miR548am-5p) che, proprio per questo, è stato oggetto del nostro studio”. I microRNA sono corte sequenze di materiale genetico che regolano l’espressione dei geni, e sono pertanto in grado di cambiare il destino delle cellule, modificandone le funzioni, la specializzazione e la capacità proliferativa.
Ai microRNA viene riconosciuto un ruolo di rilievo in molte malattie (dai tumori alle malattie infettive e autoimmuni) anche per la loro capacità di regolare numerosi geni, generando potenzialmente un effetto a cascata di grandi proporzioni.

I microRNA sono presenti anche sui cromosomi sessuali e in particolare sul cromosoma X.
Mentre le cellule degli uomini hanno un solo cromosoma X e un cromosoma Y, le cellule delle donne hanno due cromosomi X. Per mantenere un equilibrio nel numero di geni e di proteine, nelle cellule femminili uno dei due cromosomi X rimane inespresso, viene cioè inattivato.
Ma tale inattivazione non è completa, ed alcune porzioni del cromosoma X sfuggono a tale spegnimento.

Partendo da analisi bioinformatica, il gruppo di ricercatori ha verificato sperimentalmente nella Donna un più alto livello del microRNA responsabile della maggiore resistenza a diversi tipi di stress.

Quindi, per racchiudere il risultato in un’immagine, nella Donna le cellule sottoposte a stress prendono maggiormente la via della resistenza, mentre nell’Uomo più facilmente si avviano alla resa ed alla morte programmata (apoptosi).

La scoperta che non solo geni, ma anche elementi regolatori della loro espressione siano presenti in quantità diverse tra uomo e donna – è una delle conclusioni dei ricercatori – dimostra ancora una volta come la biologia dei due sessi sia fondamentalmente diversa e come tale vada affrontata.

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Ad esempio 80% dei pazienti con malattie autoimmuni (come lupus, artrite reumatoide, tiroidite di Hashimoto) sono donne. Tra le malattie neurologiche, il Parkinson ha maggiore incidenza tra gli uomini, mentre l’Alzheimer colpisce maggiormente le donne.

Sempre le donne sono più esposte alla frattura del femore ed alla probabilità di sviluppare stati depressivi.
Gli uomini, invece, hanno un rischio maggiore di essere colpiti da malattie cardiovascolari in più giovane età. Le problematiche oncologiche presentano significative differenze nella percentuale di sviluppo e mortalità, tra uomo e donna, in base al tipo stesso di tumore.

Le differenze, però, non si fermano ai numeri, ma riguardano anche sintomi e tempi di sviluppo. Ad esempio, nella donna il cancro del colon si localizza più frequentemente nel colon ascendente, ha meno sintomi all’esordio e la situazione poi precipita con maggior urgenza.

Altro caso: l’infarto del miocardio che si presenta con sintomi diversi nei due sessi. Oltre alla classica sensazione di oppressione al torace, nella donna spesso sono presenti dolori alla schiena,  allo stomaco, alle mandibole, difficoltà nella respirazione, sudorazione, vertigini, nausea e vomito. Ne consegue che questo quadro può causare ritardi nell’individuazione del problema e quindi nella formulazione della diagnosi.

A questo si aggiunge il fatto che spesso i trial clinici sono effettuati quasi esclusivamente sugli uomini e la diversa risposta alle terapie nei due sessi non sempre è tenuta nella giusta considerazione nella pratica clinica.

La Medicina di genere ha quindi questo scopo: valutare con accortezza queste basilari differenze dei due sessi, in modo da offrire un approccio di cura quanto più attento ed aderente alle diverse necessità.  In questo modo si darà adeguata attenzione alle tempistiche, modalità, sintomi, tempi di sviluppo, risposta al farmaco dell’organismo femminile.

Perchè la Donna non è, sotto alcun fronte, un piccolo uomo.

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(*) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6739406/

Hanno partecipato allo studio:
Anna Ruggieri, Simona Anticoli, Paola Matarrese e Walter Malorni (ISS)
Stefano Salvioli e Claudio Franceschi (Università di Bologna)
Paolo Tieri (CNR di Roma)

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