Il ballo: bellezza, cultura, cura. Il Tango Argentino contro fibromialgia, Alzheimer e Parkinson

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Il ballo rappresenta per gli adulti una delle forme di impegno e passione più ludiche che si possa immaginare. Il ballo ti scopre, tira fuori chi sei, lo amplifica, lo mette in luce. A volte lo esaspera. La competizione, la sensualità, l’attenzione, lo slancio. Ma anche la tecnica e la fanciullezza: tutto devi mettere sul tappeto, se vuoi ballare.

Un’attività fisica con la musica è un divertimento ed un impegno molto completo, con effetti ad ampio raggio. I vantaggi sono immensi, dal punto di vista fisico, mentale ed emozionale.

Vantaggi fisici: allenamento e dimagrimento

Prendi la forma fisica, ad esempio. Ballare aiuta a tenersi in forma con un buon dispendio energetico.

Il consumo calorico è più o meno questo

  • ballo di sala: dalle 150 alle 200 kcal all’ora
  • caraibici: 250-300kcal ora
  • zumba: 350-400 kcal ora

Un consumo di tutto rispetto, quindi.

A questo si aggiunge un impegno muscolare di tutto il corpo (con protezione della massa magra) e la sollecitazione della struttura osteoarticolare (prevenzione dell’osteopenia ed allenamento propriocettivo).

Vantaggi mentali: comunicazione e socialità

Ma è anche una potente forma di socializzazione, che favorisce il contatto, la comunicazione, l’uscita da ambiti di chiusura su se stessi. Una splendida medicina antidepressiva, dunque, con il flusso endorfinico che innesca.

Ma c’è molto di più.

Ci sono balli che rappresentano interi mondi culturali. E diventano un linguaggio potente che travalica confini geografici e differenze generazionali.

Il Tango Argentino: la sua bellezza, il suo valore, l’uso come terapia

Il 30 settembre 2009 è una data che segna un momento storico: l’Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) proclama il Tango Argentino patrimonio culturale dell’umanità.

La candidatura, avanzata congiuntamente da Argentina ed Uruguay, è stata accettata dai 400 esperti riuniti ad Abu Dhabi per compilare una lista di arti e tradizioni da salvaguardare. La domanda ha soddisfatto tutti i criteri per l’iscrizione nella Lista rappresentante del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Il Tango argentino, infatti è un genere musicale che comprende anche danza, poesia e canto. Anche se è radicata nell’identità degli abitanti del Río de la Plata (che divide Argentina ed Uruguay) raccoglie gli influssi ed i contributi di molte culture lontane tra loro: dagli immigrati europei (tra cui moltissimi italiani) alle comunità di origine africana. In questo modo, la “diversità” deve trovare una lingua di “comunicazione”. E lo fa con ritmi e melodie a forte componente nostalgica e sentimentale, con la voce caratteristica del Bandoneon.

Seduzione, espressioni criptiche in lunfardo, il gergo parlato dai malavitosi per non farsi capire, storie di bettole, coltelli, nostalgia e forti passioni. Luci, ombre, corteggiamenti, tradimenti, strazianti addii.

Il tango argentino mette tutte questo in scena e non lascia mai indifferenti.

E poi va oltre.

Da Tango “Passione” a TangoTerapia: la Fibromialgia

Nella terapia della Fibromialgia i testi specialistici evidenziano come attività fisica e ginnastica siano fondamentali per un corretto approccio. Purtroppo molti pazienti riscontrano un netto peggioramento dei sintomi (dolore e stanchezza) con le attività sportive più consuete proposte dai centri sportivi, il che porta in genere alla sospensione dello sport effettuato.

La minore capacità di sforzo muscolare e la maggiore stancabilità sono le principali difficoltà del paziente fibromialgico. Di contro, l’immobilità causerebbe un aumento della rigidità muscolare e del dolore.

Quindi, la raccomandazione è sempre di dedicarsi con costanza ad attività motorie moderate, ma regolari. In questo modo si sollecita positivamente la muscolatura, senza arrivare ad un livello di soglia in cui si avverte dolore ed affaticamento eccessivo.

Si tratta di un allenamento importante che va calibrato con precisione sul paziente, così che sia di stimolo, senza danneggiare.

Un’attività perfetta è ad esempio l’attività motoria in acqua termale: la muscolatura ne risulta piacevolmente rilassata e l’impegno è facilitato.

Ma non sempre se ne ha la possibilità. Molto più facile e piacevole è utilizzare una forma di danza che abbia le caratteristiche adatte. Ed il tango presenta tanti elementi attrattivi a contorno, con la sua energia, il fluire sulla musica, la connessione con l’altro.

Ecco che il danzare diventa, anche, terapeutico. Si ritrova se stessi, in un’attività che richiede espressività, che crea flussi di energia reciproca e nuove relazioni con uno spazio reale e condiviso.

Nella TangoTerapia non ci si focalizza sulla tecnica, ma su tutti gli aspetti che diventano centrali per accettare e superare la difficoltà insita nella patologia.
L’espressione di se, la riappropriazione dell’ambiente, la percezione del dolore, il superamento del disagio, tutto viene rivisto attraverso il filtro della musica, del movimento, della socialità.

Soprattutto nelle situazioni di dolore cronico, rappresenta una risorsa preziosa per un approccio esistenziale creativo e ludico alla propria patologia.

Inoltre il tango in questa forma è accessibile praticamente ad ogni paziente, indipendentemente da età, condizioni fisiche ed  abilità cognitive.

Un linguaggio universale, appunto, come l’Unesco ha già riconosciuto.

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Tango ed Alzheimer

Il tango, come forma di “comunicazione non verbale”, si fonda su un ben definito gioco di ruoli. Possiamo partire dal concetto che l’uomo propone (un movimento, un ritmo, un’intenzione) e la donna lo legge e lo interpreta. Nel tango olistico viene proposta anche l’inversione dei ruoli, ove la donna può sperimentare l’autorevolezza e la determinazione della guida, mentre l’uomo prova ad affidarsi, lasciandosi condurre.
A livello terapeutico, questo offre la possibilità di esplorare cosa accade in se stessi quando si è impegnati nell’avere la “responsabilità” di guidare un’altra persona. E’ coinvolta la “fiducia” nel lasciarsi guidare, la consapevolezza del mondo “dell’altro”, la vicinanza.

Sono state messe a punto tecniche per usare queste dinamiche nelle patologie neurologiche degenerative, come l’Alzheimer, e sono di grande aiuto, sia alla persona colpita che ai familiari.

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Tango e Parkinson

Sul Journal of Neurologic Physical Therapy è stato pubblicato un impressionante lavoro su un approccio terapeutico al Parkinson basato sul ballo (*), con particolare attenzione ai movimenti ed agli esercizi tipici della tecnica del tango.

Il Parkinson è una patologia che colpisce le cellule nervose in quella parte del cervello che controlla il movimento muscolare. Due gruppi di pazienti affetti da tale patologia sono stati confrontati dopo essere stati sottoposti, rispettivamente a 20 sessioni di un’ora di esercizi fisici generici oppure a 20 lezioni di tango.

Entrambi i gruppi hanno mostrato un miglioramento della Unified Parkinson’s Disease Rating Scale Motor, che misura la gravità complessiva della malattia rispetto al movimento, segno che l’attività fisica è sempre (se ci fosse bisogno ripeterlo) un plus potente.

Ma solo i “ballerini di tango” hanno evidenziato un notevole sviluppo dell’equilibrio statico e dinamico individuato dal test Berg Scale e della capacità di eseguire movimenti complessi come alzarsi, sedersi o girare intorno ad una sedia (test Timed Up and Go).
tango3Quale è stato, dunque, il maggior contributo del Tango? Questo ballo sudamericano di coppia, che richiede attenzione e sincronizzazione, si è rivelato molto efficace nello sviluppare capacità psicomotorie. Con le sue variazioni di ritmo, i cambi di direzione e la sua ricerca continua di equilibrio dinamico si è rivelato un amico dei nostri neuroni, oltre che della prestanza fisica e delle emozioni.

Quindi, cultura, sentimento, espressività e cura. Mille aspetti di un ballo che è un intero universo.
Per la foto di copertina ringrazio sentitamente PKUStango ed i Maestri Paolo Vitalucci e Karola Redaelli, a cui va un pensiero speciale.

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(*) BIBLIOGRAFIA

Journal of Neurologic Physical Therapy:
December 2007 – Volume 31 – Issue 4 – pp 173-179
Effects of Tango on Functional Mobility in Parkinson’s Disease: A Preliminary Study
Hackney, Madeleine E. BFA; Kantorovich, Svetlana BS; Levin, Rebecca DPT; Earhart, Gammon M. PT, PhD

http://journals.lww.com/jnpt/Fulltext/2007/12000/Effects_of_Tango_on_Functional_Mobility_in.3.aspx

Complementary Therapies in medicine
April 2015 – Volume 23, Issue 2, Pages 175–184
Tango for treatment of motor and non-motor manifestations in Parkinson’s disease: A randomized control study
Silvia Rios Romenets, Julius Anang, Seyed-Mohammad Fereshtehnejad, Amelie Pelletier, Ronald Postuma
http://www.complementarytherapiesinmedicine.com/article/S0965-2299%2815%2900029-1/abstract

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Link di contatto
Ecco alcuni riferimenti per approfondire  trovare indicazioni pratiche. L’elenco non vuole essere esaustivo, ma uno stimolo a passare all’azione

Toscana Fibromialgia Toscana Onlus https://www.facebook.com/Fibromialgia-Toscana-Onlus-1605738186305734/?hc_ref=NEWSFEED&fref=nf

Attenzione: da Novembre 2016 incontri di TangoTerapia anche a Firenze http://www.fibromialgiatoscana.org/2016/10/27/mi-fa-tango-bene-tangoterapia-nella-fibromialgia/

Progetto RIABILITANGO di Ferrara http://www.amaferrara.it/2-non-categorizzato/32-tangoterapia-per-malati-di-alzheimer

Milano http://www.parkinson-italia.it/rubriche/notizie/tangoterapia-al-san-giuseppe-di-milano