Il cenone delle Feste: trabocchetti e trucchi

Periodo difficile per chi abbia appena intrapreso un cammino di riequilibrio alimentare, per motivi estetici o per ragioni più gravi. Insomma, riusciamo a non compromettere a Natale e dintorni il nostro stato di salute?

Vediamo di individuare qualche elemento chiave per affrontare il periodo ed organizzare in maniera intelligente un bel Cenone Natalizio o comunque un ricco pasto delle Festività. (Con le opportune modifiche le indicazioni qui di seguito possono essere tranquillamente applicate a qualsiasi uscita conviviale al ristorante).

Due parole meritano i dolci tipici delle ricorrenze natalizie: panettone e pandoro, tanto per citare quelli a diffusione nazionale, non sono molto bilanciati dal punto di vista Gift. Utilizzano farina bianca, zucchero e grassi di vario tipo. Lasciando da parte quelli farciti, in cui la presenza di varie creme fa temere un’impennata decisa del contenuto in aromatizzanti e conservanti, forse possiamo aprire un piccolo spiraglio per il panettone: promette un certo contenuto in uova e mandorle, è arricchito con uvetta: insomma, batte di qualche punto il pandoro.
Promosso, invece, il torrone i cui ingredienti siano solo miele, albume e abbondanti mandorle o noci: quello sardo di Tonara, ad esempio, anche nella versione morbida, è semplicemente stupendo e non in contrasto con dietaGift.
Che dire di lenticchie e cotechino? Se ben preparato, è un piatto gustoso che apporta proteine, grassi ed una buona quantità di fibra. Proprio per questo, nel suo piccolo, è praticamente un pasto completo; quindi occorre fare molta attenzione alla quantità. I grassi saturi del cotechino rappresenterebbero un problema se il piatto fosse consumato spesso. Si può transigere, visto che lo si mangia una o due volte l’anno.

Tutto quanto sopra detto è pensato per una persona in equilibrio, cioè che mantiene regolarmente il proprio peso forma.
Chi è in sovrappeso consistente, invece, specie in questo periodo, deve inserire delle limitazioni a quanto qui esposto. Lo scopo è quello di non sbriciolare sotto l’Albero di Natale quanto si è faticosamente costruito nei mesi precedenti.
Va dunque rispettata una regola appositamente pensata per occasioni di questo tipo: durante tutto il periodo sono ammessi solo 2 sgarri, cioè due pasti che non rispettino le limitazioni imposte dal regime alimentare controllato. Possiamo concederci due pranzi o cene in libertà piuttosto ampia, a patto di recuperare con movimento aggiuntivo e con l’impegno a non eccedere negli altri pasti del periodo. Sotto queste condizioni, ciò che è stato detto e quanto è riportato di seguito, si può applicare anche a persone in sovrappeso.

Regole d’oro di comportamento
Vediamo i consigli adatti a gestire al meglio questa situazione:

  • limitare fortemente gli alcolici: no ad aperitivi e superalcolici: un bicchiere di vino al pasto (possibilmente rosso) ed uno di spumante saranno più che sufficienti per brindare in allegria
  • privilegiare l’assaggio dei cibi, servendosi porzioni ridotte
  • grande spazio a frutta e verdura, meglio se crude
  • non esagerare con i carboidrati: tra le molte portate conviene sicuramente fare delle scelte privilegiando quello che ci piace veramente
  • evitiamo di mangiare per gola tutto quello che ci passa sotto gli occhi: ascoltare il proprio senso di sazietà è una nobile arte da esercitare costantemente

Regole d’oro nell’organizzare il Cenone

  • Rivalutiamo anche in questa occasione l’integrale! Primi e pasta integrali non limitano certo la possibilità di preparazioni eleganti e condimenti raffinati. Si sposano bene con molti sapori particolari, dal salmone alla cacciagione, dal tartufo agli asparagiContPa6
  • Scegliamo di preparare dei piatti che, anche se particolari e di effetto, non richiedano cotture troppo pesanti
  • Approfittiamo della tradizione che vuole legumi a tavola in questi giorni: servendo un bel piatto di lenticchie avremo iniziato con buon augurio e buon cibo
  • Utilizziamo condimenti naturali come olio extravergine o maionese fatta in casa (senza insaporitori artificiali o addensanti chimici)
  • Offriamo agli invitati una bella varietà di contorni di verdura, meglio se cruda
  • Per concludere in bellezza, scegliamo dolci sani che facciano uso di frutta fresca o marmellate senza zuccheri aggiunti, che contengano miele oppure semi oleosi.

Consigli pratici, dagli stuzzichini al caffè

Antipasti
Succhi non zuccherati, resi briosi da una piccola quantità di spumante, coppette preziose di gamberetti, carciofini, crostini di pane alle noci, un piatto di bresaola con olio e limone, una coppetta di saporitissima salsa guacamole (ricetta nella sezione “piatti speciali”): il pranzo parte con un’esplosione di sapori invitanti, ma senza addormentarci il gusto con cibi grassi o salati.

Il primo
Se in casa vostra la tradizione richiede i tortellini in brodo, magari quelli fatti a mano dalle donne di casa, non c’è motivo di infrangerla. D’accordo, non saranno integrali, ma il brodo buono, quello di cappone o di sana gallina ruspante, merita tutti gli onori. La carne lessa, portata in tavola sarà gustosissima con la maionese o altre salse da voi preparate e si abbinerà benissimo a freschi bastoncini di carota, sedano, finocchi, ravanelli, serviti già pronti in una bella ciotola, con pinzimonio fresco.
Se in casa vostra il brodo non va di moda, lanciatevi nella preparazione di lasagne al forno. Tanto meglio se riuscite a preparare (o a farvi fare dal panificio di fiducia) la sfoglia di pasta integrale. Per il resto la preparazione classica va quasi bene: se il ragù è ricco di carne ed il parmigiano è abbondante tra gli strati, la riuscita è certa.

Il secondo
Dopo le lasagne, volete stupire gli ospiti con un tacchino speciale? Provate con la ricetta del SuperTacchino di Natale in fondo all’articolo!
Se nella vostra famiglia la tradizione invece recita “lenticchie e cotechino”, non occorre disperare: se ben preparato, si tratta di un piatto gustoso che apporta proteine, grassi ed una buona quantità di fibra. Proprio per questo è praticamente un pasto completo; quindi occorre fare molta attenzione alla quantità. I grassi saturi del cotechino rappresenterebbero un problema se il piatto fosse consumato spesso. Si può transigere, visto che lo si mangia una o due volte l’anno.

I dolci
La tradizione ci mette a disposizione dolci di ogni tipo, consistenza e sapore. Quindi non è il caso di sobbarcarsi la preparazione di un altra pietanza a chiusura. Piuttosto, trovo molto azzeccata l’idea di una macedonia non zuccherata, fatta di frutta matura: ananas, mela, pera e kiwi, avranno il compito di chiudere in maniera fresca e dissetante il pranzo. Per bloccare l’ossidazione della frutta, succo di arancia, limone o mandarino.

A parte la tavola…
… c’è il movimento! In questo periodo è importante non trascurare l’attività fisica. Se siamo sedentari, diventa più che mai strategico un cambio di regime che ci porti a fare del movimento in maniera più continuativa.
Appena i giorni di vacanza ci mettono a disposizione del tempo libero, conviene approfittarne: due ore in piscina, una lunga camminata nel bosco, un’uscita in bici, o una serata in discoteca sono tutti modi divertenti per prendersi cura di sè.
E facciamoci prendere da un’ispirata intuizione, nello scegliere i regali! Meglio regalare ai nostri figli pattini o palloni, ai nostri mariti un abbonamento in palestra, alle mogli un corso di ballo o la mountain bike per accompagnarci la domenica mattina. Mai soldi saranno stati spesi meglio che in qualcosa che ci faccia divertire muovendoci!

Mille Auguri!

 


Ricetta del SuperTacchino farcito

La fonte di questa ricetta è il sacro testo “il Cucchiaio d’Argento” a cui sono state, ovviamente, applicate le modifiche Gift del caso

Ingredienti

– un tacchino degno di essere farcito, cioè di qualità, sui tre-quattro chili
– 200-250 g di castagne, arrostite in forno e sbucciate
– fegato ed interiora del tacchino, tritati
– 100 g di salsiccia sbucciata
– 1 o 2 mele Renette tagliate a pezzettini
– 100 g di prugne secche (oppure uvette o altra frutta disidratata); se sono parecchio asciutte conviene ammorbidirle nell’acqua
– pane intriso nell’acqua o nel latte e strizzato

Preparazione

Si amalgamano tutti gli ingredienti per il ripieno e, con il composto ottenuto, si riempie ben bene il tacchino e si cuciono le aperture. Nella teglia si predispone un letto di cipolle e/o porri, un filo d’olio, si pone al centro il tacchino, proteggendolo con sottili fettine di pancetta sopra petto e cosce, perché non si bruci. Bagnare la teglia con vino bianco (o acqua, o brodo) e coprire il tutto con carta d’alluminio. Dopo una permanenza di circa 4 ore in forno (controllare ogni tanto come sta a liquido), si toglie la pancetta e si verifica che sia presente adeguata doratura. Se serve, lasciare qualche minuto senza carta d’argento. Per tutta la cottura il tacchino non deve essere mai girato, così che arrivi a tavola in tutto il suo splendore!