Modelle curvy: cicciottello è bello?

Dopo l’orda delle assatanate modelle anoressiche, la pubblicità ruffianamente utilizza icone curvy. Molto curvy. Anche in evidente sovrappeso.

Nel nostro difficile rapporto con il cibo, la salute e l’immagine, siamo sempre alla ricerca di riferimenti  a cui ispirarci. O, al contrario, modelli che ci giustifichino.

Mancanza di equilibro, dicevo: cibo-dipendenza, cibo-rifiuto, ortoressia, cibo che fa male, ricerca di diete miracolose, cibi favolosi e maghi (o guru) da seguire.

Ma questo sito ha come sottotitolo “Costruire il benessere”, 3 paroline scelte dalla mia convinzione che molto, moltissimo, sia nelle nostre mani. Possiamo avere dei rapporti sereni con l’ambiente e con il cibo. E non trasformare in “problema” quello che la Natura ci ha dato come “opportunità”.

Modelli a cui ispirarci

Con un’umanità che, nella sua fetta ricca, diventa sempre più “matura” (anziana) e “crassa” (grassa) i  genietti del marketing hanno mescolato le carte. Prima ci hanno dato da raggiungere dei Modelli Irraggiungibili (ragazze magrissime, a volte emaciate, distorcendo la visione).     Modelle anoressiche

Poi, visto che l‘ingrassamento e la diabesità (diabete + obesità) viaggiano più veloce si è proposto un repentino cambio di fronte.

L‘invenzione della Modella Curvy è un fulgido esempio di tale maneggio.Modella curvy

La cosa più bella del mondo sarebbe stata utilizzare un “modello” NORMALE, cioè positivo e sensato, una ragazza tonica, energica, con le forme al posto giusto, elastica e serena.

E invece NO. Si butta in passerella la ragazza Curvy.

Cosa succede? Invece di avere un modello, il percorso è invertito, la modella si carica delle “imperfezioni“ della donna della strada.

Quella immagine rappresenta un’icona in cui riconoscersi con più facilità. E poi si esagera, fino a rappresentare, dopo la donna morbida o con un sovrappeso moderato, anche la ragazza eccessivamente appesantita.
E‘ una genialata, se ci pensate un attimo.

Ogni ragazza in sovrappeso se la sentirà vicina come non mai. Anzi, è una specie di autorizzazione, un lasciapassare, con la didascalia: “anche se sei in sovrappeso secondo i canoni standard, anche tu puoi essere BELLA“. Si, perché la Curvy In Passerella ha naturalmente viso angelico, incedere sinuoso, pelle perfetta, livello cellulite ZERO.

Questo il meccanismo. Ora serve un’opinione. E qualche elemento reale per costruirsene una sensata.

La curvy è bella? Più bella della magra? Più femminile?

Se entriamo nella dimensione del GUSTO, siamo nell’oceano del parere personale. Ne esco subito perché ognuno ha il suo.  E va rispettato.

Però non ci scordiamo una cosa, che mi sembra la vera rivoluzione: LA NORMALITA ESISTE!

Davvero si può definire cosa è troppo o troppo poco? C’è qualche riferimento oggettivo?

I professionisti della salute sanno che esistono valori connessi al benessere ed corretto equilibrio della parti. In medicina, ad esempio, è possibile valutare alcuni comportamenti e parametri oggettivi in termini di “aspettativa di vita”, ad esempio. E se non è un indicatore positivo questo…

Prendi la Massa Grassa, ad esempio, cioè la parte adiposa del nostro peso.

Esistono dei valori di tale percentuale che vengono definiti “ottimali per la salute“. Questa indicazione viene da organismi mondiali che si occupa di diffondere le direttive per migliorare il benessere, come l’OMS. L’individuazione dei parametri è sostenuta da vari studi scientifici e dall’osservazione su varie generazioni in successione. Direi che può essere quindi accettata con fiducia.

Una persona ridotta ad un numero? NO, grazie!

Si può opinare sul fatto che un “numero” in definitiva, non possa inquadrare una persona, con tutte le altre variabili in gioco.

In effetti, come parametro di riferimento, la cosa migliore è lavorare in un “range di benessere” che si estenda intorno a tale valore. Una zona di comfort, diciamo, che assorba le diversità di costituzione, le fluttuazioni legate all’età, al proprio modo di essere e tante altre piccole, stupende individualità.

Nel caso in esame, come massa grassa ideale viene indicato il valore del 20% per la donna. E del 12% per l‘uomo.

Con la proiezione su un range, possono essere perfettamente in equilibrio sia la maratoneta superallenata (15-17%), sia l’opulenta Sabrina Ferilli (che avrà magari il 25%). ferilli-bellucci

Entrambe possono essere belle e naturali, a loro personale modo. La loro conformazione fisica non è a confronto. C’è spazio per un’ampia gamma di fattezze, rotondità, gusti, circonferenze toraciche. Ma entrambi questi esempi estremi rientrano nel range di benessere identificato a livello medico. E, guarda caso, sono anche associati ad una buona armonia estetica, un equilibrio fisico e funzionale, cioè i migliori presupporti per un rapporto sereno con il proprio corpo.

Allora torno a bomba alla domanda iniziale:

Cicciottello è bello?

Secondo me SI, all’interno di parametri ragionevoli
— se il “di più” è moderato
— se esiste una parallela accettazione di se stessi
— se non ci sono segnali negativi: infiammazione, difficoltà circolatoria, ecc.
— se quella è la nostra forma e la manteniamo senza troppa fatica (stabilità di peso)

NOse
— la percentuale grassa (misurabile con una semplice impedenziometria) esce in modo consistente dal range di benessere
—  il peso in eccesso è legato all’assunzione di farmaci (che inducono ritenzione ed accumulo forzato)
— si è soggetti continuamente a su e giù legati a diete continue
— se insorgono difficoltà respiratorie, senso di pesantezza (specie agli arti )o altro segnale del “troppo” che il corpo ci manda

E naturalmente ASSOLUTAMENTE NO se il sovrappeso è dovuto alla mancanza di cultura alimentare, che porti a consumare cibo-spazzatura e mantenere nel tempo scorrette abitudini alimentari (come salto della colazione, sedentarietà, carenza proteica, ecc.).

modellenormaliQuindi, dopo le buie ed arrabbiate taglie 38 e le opulente 20enni curvy o pseudo tali, aspetto sulle passerelle donne (e uomini) energici e ben proporzionati, con passo elastico, gambe forti, rotondità dove Madre Natura le ha messe, con una forza da spaccare le pietre, in virtù del loro rapporto amoroso ed equilibrato con il Cibo.