Buono e caro: il costo del cibo di qualità

Quanto costa vivere sani?

Spesso ci sentiamo dire che mangiare bene, ed in particolare seguire lo stile dietaGIFT, costa parecchio. Approfondiamo il tema ed andiamo a verificare.

Il benessere non si ferma al semplice computo matematico.
Un obiettivo interessante non è spendere il meno possibile. Né spendere senza consapevolezza, per ostentare la disponibilità come uno status-symbol.

Quello che ci interessa è capire se, spendendo un po’ di più (e quanto, in più) si abbia un reale beneficio in termini di benessere e salute.
Cioè in termini di prevenzione, forma fisica, aspettativa di vita.

La densità calorica

L’AgriRegioniEuropa (*) riporta la evidenze scientifiche di studi condotti in Europa e in America. In generale la densità energetica degli alimenti (si intende “calorie per grammo“) risulta associata negativamente al prezzo (per caloria).
In sostanza, più un cibo è “carico” e meno costa.

Conseguenza: una dieta con cibi infarciti di zuccheri e grassi risulta “economicamente più conveniente” rispetto ad una ricca di vegetali, ad esempio, a bassa densità calorica.

Andamento dei prezzi in Italia

Confrontiamo qualche gruppo alimentare, ai due estremi di costo e valore nutritivo e vediamo come si è evoluto negli ultimi decenni, in Italia.

Andamento dei prezzi in Italia, ultimi decenni
Andamento dei prezzi in Italia, ultimi decenni

In pratica, mentre frutta e verdura rimangono tra i cibi più costosi, il prezzo di quelli fortemente zuccherini (solidi o liquidi) scende sempre più.

E non è difficile capirne il motivo. Si tratta sostanzialmente di bevande ottenute dall’aggiunta di zucchero, coloranti ed aromi su una base largamente preponderante di acqua.
Costi irrisori, dunque.

Probabilmente la spesa maggiore è legata alla pubblicizzazione del prodotto, alla lusinga di un packaging ammiccante, alla forte spinta del marketing a livello globale.

Risultato? La gratificazione a basso costo, provoca la facile diffusione delle bibite industriali, specialmente negli strati della popolazione con minori disponibilità economica.

 

Altri elementi di aumento del costo: il pasto volante

Spesso i ritmi lavorativi portano ad una destrutturazione dei pasti. In particolare

  • Pranzi alla scrivania: sono rapidi, distratti, cibo mangiato in fretta con poca attenzione
  • Pranzi al bar: affrettati, con una forte prevalenza di carboidrati, di solito raffinati, poca attenzione ai grassi utilizzati, molti cibi affettati e conservati
  • Sostituti dei pasti: beveroni, barrette, costosi e non forniscono i reali nutrienti di un pasto armonioso

Questa “povertà nutritiva” del pranzo probabilmente chiederà di essere compensata al pasto successivo, magari spingendo ad una cena troppo carica. Eppure è possibile mangiare bene anche in ufficio o componendosi un pratico panino.

 

Altri elementi di aumento del costo: il pasto preparato in poco tempo

L’insalata già lavata, la zuppa già pronta ed insaporita, la frutta confezionata, le verdure saltate in padella ed il secondo precotto. Sono abitudini comode che possono insinuarsi nella routine delle famiglie.
Attenzione, quindi: l’esigenza di praticità contrasta con l’autenticità dei sapori, con la semplicità delle cotture e dei condimenti.
Il momento critico è dunque la spesa: possiamo usare per praticità verdure selezionate o minestre pronte, ma facendo attenzione che non contengano insaporitori, grassi, addensanti.

Come risparmiare?

La spesa in stile dietaGIFT allora risparmia tagliando fuori i cibi-spazzatura

  • Zuccheri e dolcificanti
  • Alimenti che li contengono: yogurt, succhi, marmellate
  • Bibite industriali
  • Snack da aperitivo: noccioline, patatine, salatini
  • Superalcolici ed aperitivi
  • Salse con zucchero e sale, come il ketchup
  • Grassi idrogenati ed alimenti da forno che li contengono

Ecco un riferimento completo per una spesa corretta, da stampare e tenere come riferimento: CIBI-Si e CIBI-NO

Conclusioni

E’ vero, alcuni alimenti sani presentano un maggiore costo nell’immediato.

Ma il loro utilizzo  nel medio e lungo termine rivela con grande chiarezza il potere del “mangiare bene”. L’effetto positivo sulla prevenzione, sui livelli energetici, sulla forma fisica, sulla miglior efficienza del sistema immunitario, sull’aiuto nel dimagrimento e nel mantenimento di un pesoforma corretto, spostano l’ago della bilancia: la convenienza si sposta tutta a favore di una tavola di qualità.

Ci sono molti studi scientifici a proposito. Ed anche la Federazione Alimentare delle Industrie Italiane lo sostiene, aggiungendo una nota importante sull’etica e sul diritto al benessere (**).

Risparmiatori, più sani, più in forma e più produttivi? Ok, ne vale la pena.

Scegliamo meglio, leggiamo di più, prendiamoci il giusto tempo per gli acquisti: spendere qualcosa di più su cibi freschi, interi e non manipolati, cotti in modo semplice e conditi con il nostro oro, l’extravergine, sarà il migliore investimento su noi stessi.

 


FONTI

(*) Prezzi degli alimenti e qualità della dieta, qual è l’evidenza scientifica?
Mario Mazzocchi a, Sara Capacci b
a Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Statistiche «Paolo Fortunati»
b Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Economiche
http://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/34/prezzi-degli-alimenti-e-qualita-della-dieta-qual-e-levidenza-scientifica

(**) La Federazione Alimentare delle Industrie Italiane, nel suo studio “Il contributo italiano al diritto all’alimentazione a tutela delle fasce più deboli della popolazione”:
“Occorre comunque ricordare che garantire una dieta equilibrata e completa a ogni individuo, con un costo relativamente trascurabile, permetterebbe un notevole risparmio sui costi che la società deve sostenere per le conseguenze di una dieta non corretta per difetto o per eccesso. Sono infatti indiscutibili i risultati di decine di studi epidemiologici che provano una chiara associazione tra una alimentazione non corretta e lo stato di salute degli individui, e che dimostrano come un corretto
stile alimentare permetta di risparmiare significativamente sulle spese sanitarie e consenta una indubbia maggiore produttività del lavoro degli stessi individui”
http://www.federalimentare.it/Documenti/DirittoAlimentazione.pdf

AmericaN Journal of Clinical Nutrition
Drewnowski, A. e N. Darmon (2005). Food Choices and Diet Costs: an Economic Analysis. American Journal of Clinical Nutrition, 82: 265S-273S.
http://ajcn.nutrition.org/content/82/1/265S.full