La mela di Eva

Sarebbe bello se le mele che mangiamo oggi fossero intatte e dense come quella che colse Eva.

Pur non avendo affidabili dati scientifici in merito (!), possiamo supporre che fosse esattamente come la Natura l’aveva creata, senza antiparassitari, anticrittogamici e residui di lavorazioni industriali.

E’ passato un bel po’ di tempo…

Sappiamo che nel complesso “puzzle” nutrizionale da comporre per stare bene, oltre a proteine, grassi e carboidrati, devono essere presenti altri nutrienti fondamentali come le vitamine ed i minerali, alcuni definiti “essenziali” perché il nostro organismo non è in grado di costruirli, ma può assimilarli con la dieta.

E qui entrano in gioco non solo la varietà della dieta stessa, ma anche la qualità degli alimenti che troviamo oggi in vendita, il tempo trascorso dalla loro maturazione/raccolta, la modalità di conservazione, l’eventuale cottura.

Le vitamine, in particolare, essendo composti organici biologicamente attivi, sono soggetti a profonde modifiche in relazione a tutte queste variabili.

E’ evidente che il valore funzionale di un alimento, la sua efficacia nel preservare la nostra salute, l’apporto di antiossidanti e la valenza protettiva siano fortemente legati alla decadenza del contenuto vitaminico.
Che il cestino della frutta e della verdura debba essere ricco, vario, rispettare la stagionalità, preferendo filiere corte e metodi di coltivazione naturali, è ormai un’indicazione largamente condivisa.
Altrettanto noto è che la nostra alimentazione debba comprendere quotidianamente varie porzioni di frutta e ortaggi, compresi legumi freschi, per la fibra (frutta con buccia e verdure crude), vit.A e ß-carotene suo precursore (in questo periodo pomodori, albicocche, meloni, peperoni, poi carote tutto l’anno, anche zucche nei mesi più freddi), di vitamina C (fragole, pomodori, peperoni, e passeremo a kiwi, arance, uva e mandarini con il fresco), e di tutte le altre vitamine ed antiossidanti necessari a mantenersi in buona salute.

Questo lo sappiamo.

Ma… la mela di Eva era “intatta, raccolta e mangiata”.
Purtroppo ci sono molti fattori che influenzano la perdita di vitamine, in particolare la cottura, la presenza di ossigeno, luce, umidità, pH, attività enzimatica e presenza di metalli come ferro e rame.

Senza considerare che nel corso della nostra evoluzione, sono intervenuti molti fattori ad impoverire la composizione dei vegetali. O, peggio ancora, ad inserire nella vita della pianta ogni tipo di sostanza inquinante, sostanze chimiche legate alla coltivazione, metalli pesanti, scorie di produzione. Ad esempio, il piombo viene usato nell’edilizia, nella produzione di batterie ed è un componente di leghe metalliche usate per la saldatura. E’ un metallo velenoso, che può danneggiare il sistema nervoso e causare malattie del cervello e del sangue.
Non ultime, vanno ricordate le ricadute nucleari del nostro tristemente noto passato, voluto o accidentale che fosse, come le varie Chernobyl che ci sono state.

In definitiva, è cambiata la mela. Ed appena la stacchiamo dall’albero, inizia una decadenza nutritiva che conosce varie fasi. La perdita di vitamina C è dovuta principalmente a processi di ossidazione che si manifestano durante lavorazione e conservazione del prodotto. Le vit.A ed E vengono distrutte in presenza di ossigeno, luce, calore e durante la conservazione.

Dei ricercatori spagnoli e portoghesi (*) hanno lavorato su 12 specie di ortaggi da foglia (ad esempio lattuga, crescione, valerianella, menta, rucola selvatica) ed hanno valutato il contenuto in vitamine sia prima della conservazione sia dopo 10 giorni di conservazione a 3°C per valutare il decadimento delle molecole.

Ecco un estratto dei risultati su ortaggi di uso comune da noi.
La tabella riporta i valori di vitamina C, A ed E (mg / 100 g di prodotti fresco) negli ortaggi da foglia analizzati prima e dopo la conservazione. E’ una evidenza del decadimento, e di come, quindi, vari il valore funzionale del prodotto.

tabella

Quindi, dato che non viviamo nel Paradiso Terrestre, facciamo tutto ciò che è in nostro potere per far scorta di protettori naturali: allarghiamo il cestone della frutta e della verdura, possiamo abbattere senza paura anche l’arcinota indicazione delle “5 porzioni giornaliere” (a meno di specificità individuali) e rinforziamoci al meglio, rivolgendoci a prodotti Bio e certificati, di stagione, possibilmente crudi, conservati e manipolati il meno possibile.
E che la Forza sia con noi.

Colazione Albicocche

Tè bancha (da bere anche durante il giorno)

Pane integrale con marmellata di arance amare
Semi a scelta: di girasole, di lino, mandorle

Spuntino Banana
Pranzo Insalata di pomodori, rucola e peperoni, da condire con olio extravergine, poco sale se desiderato, limone

Spada alla piastra
Patate al vapore
Coppetta di frutti di bosco: ribes, mirtilli, lamponi

spuntino Mela
cena Fave fresche
Uova alla coque
Fagiolini
Fragole

(*)
Santos J., Mendiola J.A., Oliveira M.B.P.P., Ibanez E., Herrero M., “Sequential determination of fat- and water-soluble vitamins in green leafy vegetables during storage“, October 2012, Journal of Chromatography A, Issue N. 1261, pagg. 179-188. Web: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0021967312006747

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